Negli ultimi anni, con la crescita delle piattaforme come Airbnb e Booking, gli affitti brevi in condominio sono diventati sempre più popolari.
Gli affitti brevi possono creare tensione tra residenti e ospiti temporanei all’interno di un condominio.
Può un condominio vietare gli affitti brevi turistici?
In questo articolo, esploreremo cosa dice la legge italiana su questo argomento e quali sono i diritti dei condomini.
Affitti brevi in condominio: cosa sono?
Gli affitti brevi turistici si riferiscono alla locazione di un immobile per un periodo che, solitamente, non supera i 30 giorni consecutivi.
Questo tipo di affitto è molto diffuso in città d’arte e località turistiche, dove i proprietari di immobili approfittano della domanda stagionale per guadagnare con brevi soggiorni.
Ma gli affitti brevi possono generare problemi all’interno dei condomini. Spesso, i residenti lamentano l’eccessivo via vai di persone, rumori molesti e una generale mancanza di rispetto delle regole condominiali.
Il ruolo del regolamento condominiale
Il regolamento condominiale è uno strumento fondamentale per disciplinare la convivenza tra i condomini.
Al suo interno possono essere inserite norme relative all’uso degli spazi comuni, al rispetto della quiete e al comportamento dei residenti. Sicuramente, però, quando si tratta di vietare gli affitti brevi, la situazione diventa più complessa.
La Corte di Cassazione, in diverse sentenze, ha stabilito che per vietare l’attività di affitto breve all’interno di un condominio è necessario che tale divieto sia esplicitamente previsto nel regolamento condominiale di natura contrattuale.
Questo tipo di regolamento, infatti, viene approvato all’unanimità da tutti i condomini o è parte integrante del rogito notarile al momento dell’acquisto dell’immobile.
Pertanto, un semplice regolamento condominiale approvato a maggioranza non può vietare l’affitto breve.
Serve un accordo unanime tra i proprietari, che dovranno modificare il regolamento condominiale contrattuale per includere tale divieto.
Affitti brevi in condominio: cosa dice la legge italiana
Secondo la legge italiana, il proprietario di un immobile ha il diritto di utilizzarlo liberamente, compreso l’affitto a breve termine. Tuttavia, questa libertà deve rispettare le regole del condominio e dei diritti degli altri condomini.
Se il regolamento condominiale contrattuale non vieta espressamente gli affitti brevi, un singolo condomino non può impedirne l’esercizio.
Nel caso in cui l’attività di affitto breve genera molestie o disturbi significativi alla quiete del condominio, è possibile richiedere l’intervento dell’amministratore di condominio o, in casi estremi, rivolgersi al giudice.
In casi di eccessivo disturbo, i condomini possono agire secondo quanto previsto dall’articolo 844 del Codice Civile, che disciplina i rapporti di vicinato, o invocare il rispetto delle norme sul decoro dell’edificio e la quiete pubblica.
Ruolo dell’amministratore di condominio
L’amministratore di condominio ha il compito di garantire il rispetto delle regole condominiali e della legge.
L’amministratore non ha il potere di vietare autonomamente gli affitti brevi, a meno che il regolamento condominiale contrattuale non lo preveda espressamente, ma può intervenire in caso di violazioni delle regole condominiali, come rumori molesti, utilizzo improprio degli spazi comuni o problemi di sicurezza legati all’ingresso continuo di estranei nell’edificio.
In questi casi, può richiamare il proprietario dell’immobile e, se necessario, prendere provvedimenti legali.
Se sei un amministratore di condominio o un proprietario e hai dubbi su come gestire gli affitti brevi all’interno del tuo stabile, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto condominiale.
Un professionista potrà fornirti la consulenza necessaria per affrontare al meglio queste situazioni, garantendo il rispetto dei diritti di tutti i condomini.
Per avere maggiori informazioni, contatta Sbs Amministrazione Condomini Ostia.